Templum Iustitiae
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 Oggetto del messaggio: L'Inizio
MessaggioInviato: 04/03/2008, 18:59 
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Località: Roma
'inizio...ancora mi ricordo, ne sono passate di lune sopra i nostri elmi, quasi per caso, quasi per sbaglio...mi ritrovavo a vagare in lande desolate e solitarie, scappato da una città che non mi voleva piu' e che mi riggetto' come uno scarto della società fuori dai loro confini...ormai quasi annoiato dalla vita mi dirigevo non so dove e non so nemmeno in cerca di cosa, forse cercavo solo una dignitosa morte per il ego, troppo forte per riuscire a convivere con altre personalità come un uomo senza spada e scudo...il giorno mi trascinavo verso il tramonto spinto da una forza interna troppo forte per cedere a quello sforzo immane di rimanere in piedi...la notte passava tra un rantolio del freddo e un ululato di lupi che nn attendevano altro che una mia dipartita per brindare alla mia!!...i giorni passavano oramai senza che me ne accorgessi nel tram tram dell'alternarsi tra sole e luna e pioggia a vento quando andava bene...a malapena riuscivo ad alazarmi la mattina ma dovevo...nn potevo cedere, nn potevo finire cosi'...tutto il mio corpo si ribellava a quella morsa agghiaciante che mi opprimeva il fiato...non so quanto camminai e non so quante volte sono stato sul punto di cedere ma ero ancora li.........

il mio corpo era sudicio e puzzavo come non mai...ormai ero coerente di come sarebbe finita la mia storia e fu' proprio in quell'istante che mi resi conto che la vita è solo un brivido lungo la schiena e che tutto sarebbe potuto finire oggi o domani se non subito...ad un certo punto crollai a terra stravolto, vicino un fiume che nn aveva proprio l'aria di essere confortevole per passare la notte, ma non riuscivo piu' a muovere alcun nervo del mio corpo...il giorno dopo raggiunsi una taverna...mi sembra si chiamasse...ma ora non sono piu' sicuro del suo nome...comunque mi apprestai ad entrare preso da un senso di conforto nel trovare anime vive...entrai e mi ritrovai
subito stordito dal forte odore che traspariva da quel luogo, appena riuscii ad aprire gli occhi per abituarmi alla forte luce proveniente da una lanterna a petrolio, che produceva un bagliore danzante sulle pareti del locale, mi resi subito conto che non avrei trovato la regina elisabetta al suo interno ma fui colto quasi di soprassalto quando una bellissima barista, forse zingara, con capelli rossi magma e con un abito che nn riusciva a nascondere le sue forme da favola, stava per servire un viandante ormai sdraiato sul banco ubriaco, quando alzo' la testa e mi
noto, rimasi folgorato dai suoi occhi marroni come la terra bagnata dopo un forte acquazzone, e mi pentii di non essermi pettinato prima di entrare...


decisi di sedermi al primo tavolo libero che avrei incontrato nel mio cammino, spostai la sedia di legno ormai tarlato in piu' punti e mi sedetti senza pensarci su due volte. Sul tavolo c'era una candela di cera in un vaso di coccio e un piatto con degli avanzi di cibo che ormai si erano fossilizzati nel piatto. Di colpo decisi di gettare tutto per terra per attirare un po' l'attenzione, il vaso si ruppe in mille pezzi, la candela si spense e gli avanzi schizzarono sotto il tavolo. Niente, nessuno dei presenti si voltò per guardare questo forestiero pazzo e puzzolente. Ad un certo punto sentii una cosa vibrare nella mia tasca sinistra, ma io nn avevo mai messo nulla in quella tasca per via di un buco grosso come un cayon. Incuriosito mi alzai in piedi di scatto, misi la mano coraggiosamente in tasca e ne tirai fuori un oggetto che nn avevo mai visto prima, si agitava vibrando nelle mie mani e alternava luci colorate...lo ammetto, ero tentato di tirarlo in testa a quel viandante sdraiato sul banco ma lo riposi, quasi annoiato, immediatamente in tasca. Chiamai la rossa cameriera che con un sorriso beffardo si avvicino' a me, com'era bella con quella sua camminata che avrebbe risvegliato anche i morti. D'improvviso cambio' espressione e da dietro la schiena tirò fuori un secchio pieno d'acqua e me lo rovescio addosso...


mi risvegliai annaspando nel fiume ove prima mi ero addormentato, e mi accorsi che tutta la vicenda del bar era solo un sogno...un bel sogno, visto gli ultimi incubi che mi tormentavano di recente. Mi ricordai dello strano oggetto nella mia tasca sinistra e misi una mano nella tasca per cercarlo, ma invano, non c'era piu'e come tutto il sogno lo chiusi in un cassetto del mia memoria. Riuscii ad aggrapparmi ad un ramo che traversava il fiume e mi sbrigaii ad attraccare sulla riva visto che la corrente si faceva sempre piu' forte e non era proprio il momento di imbattermi in una cascata. Cercai di asciugarmi per quello che potevo i vestiti, ed ero almeno sollevato di essermi fatto un bagno che ormai mancava all'appello da qualche mese. L'acqua gelida aveva risvegliato il mio carattere avventuriero e mi sentito pieno di vitalità ed energia. Decisi di seguire il fiume sperando di aumentare le mie probabilità di incontrare un centro abitato. Camminai per circa due giorni filati senza mai fermarmi, i sandali ormai si stringevano ai miei piedi piu'che mai bloccandomi la circolazione, stavo quasi per sedermi quando mi imbattei in un lupo. Maledii la mia brillante idea di seguire il fiume, visto che gli animali si abbeveravano di tanto in tanto in quel torrente, pero' mi sentivo in parte sollevato perchè di solito i lupi escono dalla foresta sempre in branco e questo per mia fortuna era solo. Si giro' verso di me e digrigno' i denti, forse non aveva ancora pranzato e voleva risolvere il suo problema con me...


Mi guardai intorno e notai un bastone casualmente appuntito, feci di colpo un balzo sulla mia destra per raggiungerlo ma uno dei miei sandali si ruppe e mi lascio' scalzo. Riuscii lo stesso a raggiungere il mio scopo e il lupo si accorse del mio movimento e fece due passi indietro intimorito. Non sapevo che con un bastone e un sandalo facevo tutta questa paura ma ben presto venni smentito, infatti alle mie spalle stava arrivando un orso polare. Si affrettava verso di me su quattro zampe deciso anche lui a pranzare con me...me lo avevano detto di non accettare i buoni pasto!!. A tre metri da me si sollevo' sulle gambe posteriori e agitava la zampe in aria per spaventarmi, anche se non ce n'era bisogno. In quel momento la mia vita, seppur breve, ripasso' davanti ai miei occhi come un disco rovinato, mi feci coraggio e decisi di affrontare la situazione da uomo...mi finzi morto. Mi buttai a terra in un istante e rimasi immobile ad aspettare la prossima mossa dell'orso che mi guardava incuriosito. L'orso ritorno su quattro zampe e fece due passi verso di me con fare minaccioso. Forse non l'aveva bevuta la storia della finta morte, oppure gli piacevano gli uomini morti, e maledii di aver perso tutto quel tempo a vedere quei documentari sugli orsi. Mi alzai in piedi, feci un profondo respiro, tirai il petto in fuori e decisi di essere coraggioso di fronte all'orso e cominciai ad abbaiare per mettergli paura...


L'orso stupito dalla mia reazione si fermo' un istante e mi guardo' per un lungo istante, poi comincio' a correre di brutto verso di me...l'avevo proprio fatto arrabbiare stavolta. Mi era rimasto da fare solo una cosa...recuperare il mio sandalo, mica potevo lasciarlo li' con quello che li avevo pagati!!. Feci una finta di corpo destr-sinistr e mi catapultai in avanti per recuperarli, ormai avevo l'orso alle spalle. Mi chinai, presi gli stivali e il bastone e decisi di affrontare il mio destino. Mi gettai nel fiume e cominciai a nuotare come un forsennato senza nemmeno girarmi per vedere come l'avesse presa il mio caro amichetto palla di pelo bianca. Dopo una buona maratona di nuoto mi fermai e quasi svenni' per lo sforzo. Mi Girai in cerca del mio orsacchiotto e per mia fortuna non c'era e tirai un sospiro di sollievo che duro' un paio di minuti. Uscii di nuovo da quel fiume e qualcosa comincio' a vibrare nella mia tasca sinistra. La mia mente ritorno' a quello strano sogno che avevo fatto e a quello strano oggetto. Misi la mano in tasca, stavolta impaurito, e toccai qualcosa di viscido e freddo, lo tirai fuori in un secondo e mi accorsi che era solo un pesciolino rosso che si agitava, decisi che sarebbe diventato la mia cena.


CONTINUA..FORSE

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