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 Oggetto del messaggio: La caduta di Igiul
MessaggioInviato: 13/04/2008, 16:06 
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Bombardiere
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Erano tutti presenti nella sala delle riunioni, Asgow e i suoi generali. Asgow era visibilmente agitato, lo si capiva dal suo continuo giocare con Tumadan, la sua spada. Poi si girò verso i suoi generali e disse: "Sono giorni che un intruso continua a insediarsi nelle terre dei TI, è un affronto che non si poteva sopportare prima, infatti già diverse legioni sono partite da Helgrind per cacciarlo, ma egli puntualmente ritorna. Stamattina ha avuto pure il coraggio di attaccare le nostre terre più a nord, nella foresta di Silbermond, fortunatamente il guardiano della foresta ha resistito agli attacchi e non sono riusciti ad entrarne in possesso. Ma un nemico così potente e così vicino a noi è una minaccia, altre legioni dovranno partire e altra gente dovrà morire per la sicurezza di queste terre sacre. Organizzatevi e cacciate il nemico che ha giurato guerra e morte ai TI." Detto questo la riunione si sciolse e per diversi giorni gli attacchi proseguirono nel continente TI, finche un giorno una sentinella chiese di parlare direttamente col sovrano per un fatto tanto urgente quanto imminente. La sentinella fu accolta e ascoltata: " Sire, l'esercito di Igiul... Sta venendo a Helgrind. Migliaia e migliaia di soldati stanno marciando verso di noi, per questa notte saranno di fronte alle nostre mura.
Asgow: "Sii i miei occhi e narrami minuziosamente ciò che hai visto" disse preoccupato il sovrano.
Sentinella: "I miei occhi sono ben addestrati ma ho faticato comunque a capire di quante truppe realmente era composto l'esercito. C'erano sicuramente 10000 soldati semplici che facevano da avanguardia e poi circa altri 300 soldati più potenti da dividersi tra tutte le specie che gli umani sono riusciti a riunire. Inoltre ho sentito che dispone di ancora di un paio di migliaia di truppe nel continente 3."
Asgow: "Ma il nostro esercito è più grande no? Riusciremo a resistere all'attacco?
Sentinella: "dovremmo radunare le forze e richiamare a noi il grosso dell'esercito"
Asgow: "Per l'esercito di Mellom non c'è tempo, dovremmo arrangiarci con quello dislocato in queste terre, va ad avvisare i supervisori, entro stanotte l'esercito dovrà essersi riunito!

A tarda notte tutto era pronto, entrambi gli eserciti schierati, solo tre cinta di mura di legno li dividevano. L'attacco non partì immediatamente e Asgow dall'alto del suo palazzo osservava l'esercito di Igiul innalzare canti e preghiere ai loro dei, e poi si scatenò l'inferno. Le mura crollarono facilmente ma pochi golem e poche lance dei goblin sopravvissero agli attacchi dei cinque guardiani sacri, e poi la guerra si scatenò quasi interamente con le forze di terra.
All'indomani al sorgere del sole tutto era già finito, solo macerie e cadaveri erano rimasti. Comandante si recò da Asgow che gli disse: "è stata dura, ma abbiamo vinto", accennando un mezzo sorriso
Comandante: "Si, ma a che prezzo?"
Asgow: "Al prezzo che gli spiriti della foresta hanno richiesto come tributo per avere la loro protezione. E ancora alto è il prezzo che dovremo pagare prima che queste terre si possano considerare sicure."
Comandante: "Cosa volete dire?."
Asgow: "Affinché regni nuovamente la pace sulle nostre foreste è indispensabile che Igiul non disponga più di un esercito. Marceremo verso la sua capitale".
Il terrore colpì gli occhi di Comandante che a stento trovava la forza per respirare, fattosi forza rispose: "Il nostro esercito è stato decimato, con quali forze abbatteremo Realtico?".
Asgow: "Dobbiamo rendere onore a coloro che sono morti ieri notte per difendere la nostra città, la nostra gente, la nostra vita."
Comandante: "E in che modo intendete farlo? Non disponiamo di tale forza ora."
Asgow: "A quanto ammontano le nostre perdite?"
Comandante: "Solo ieri notte sono morti oltre 9000 soldati elfici e 20 ippogrifi".
Asgow: "Bene, saranno coloro che marceranno verso la vittoria".
Comandante: "Purtroppo non disponiamo più di un numero così alto di soldati."
Asgow: " Fidati del tuo re". Si avvicino alla finestra, la aprì e urlo: "CHAINER".
Una decina di metri più avanti si aprì uno squarcio nell'aria da cui ne uscì una nave fantasma, dirigendosi verso il palazzo, attraversò i muri e si fermò nella stanza reale. Da li scese Chainer il potente alchimista, e la nave ripartì, scomparendo oltre il muro.
Chainer non perse tempo e dopo aver salutato passò subito al caldo della situazione. "Quello che voi mi avete chiesto è molto difficile, va ben oltre quello che abbia mai fatto, mi ci vorrà del tempo e il risultato non è assicurato".
Asgow: "Il risultato è sicuro, ho chiamato il migliore che esiste, ma quanto tempo vi serve?"
Chainer: "Due forse tre giorni".
Asgow: "Allora cominciate appena potete".
L'alchimista uscì sul luogo dello scontro e cominciò a disegnare strani simboli nella terra e a pronunciare parole di una lingua morta da secoli.
Asgow si rivolse a Comandante e spiegò lui che Chainer stava provando la resuscitazione dei soldati morti, perché secondo un'antica pergamena è possibile far tornare in vita un morto per un paio di giorni, se questi con la sua morte ha lasciato qualcosa in sospeso, e quel qualcosa era Igiul.
Venne il giorno prestabilito. Chainer aveva portato a termine lodevolmente il suo compito, e dopo essersi riposato e essere stato ringraziato a sufficienza, se ne tornò al suo reame, mentre l' esercito rinato si apprestava a partire.
"Gli spiriti sono inquieti, hanno paura di restare nuovamente senza difese, ma eliminare l'esercito di Igiul è l'unico modo per avere la pace e starsene tranquilli, questo lo devono capire" disse Asgow prima di impartire l'ordine di marciare ai suoi soldati risolti. Appena lasciate le terre sacre subito si affacciò un imprevisto, in mezzo alla strada, senza nessuna apparente voglia di spostarsi c'era una persona che diffondeva una grande sensazione di rispetto. Costui era Duncan, il potente stregone, che fece bloccare l'avanzata dell'esercito e rivolgendosi a Asgow disse: "Ciò che state facendo è molto rischioso, partire con soli 9000 soldati soltanto per rendere loro maggiore gloria è degno di ammirazione, ma affinché il loro non sia nuovamente un sacrificio vano ho in serbo un regalino per voi." Detto questo concentrò le sue forze e parlando nella lingua degli stregoni formulo il regalino per l'esercito di Asgow. "Ora il vostro esercito è stato potenziato dalla mia magia, un aiuto in più per questa battaglia...", e detto questo se ne andò in senso contrario all'esercito. La magia risultò talmente efficace che i 20 ippogrifi si ingrandirono a dismisura prendendo le sembianze dei roc.
Arrivati alle porte della città di Realtico Asgow sospirò a fondo e gridò ai loro soldati: “ANDATE E PRENDETE NUOVAMENTE MORTE, PER LA CONQUISTA, PERCHE’ LA VOSTRA ANIMA POSSA AVERE PACE. UCCIDETE IL NEMICO!”.
Alto fu il sacrificio di sangue che anche questa volta si dovette spendere, ma consci i soldati di Asgow che presto sarebbero morti comunque per essere andati contro natura, combatterono senza paura, brandendo le armi come eroi in una mano e le teste dei nemici uccisi nell’altra. Macabra fu la scena finale, quando migliaia di spade vennero contemporaneamente in contatto tra loro. Si dice che il suono emesso da tale scontro si udì fino ad Helgring, spaventando e facendo levare in volo tutti gli uccelli appoggiati nell’albero maestro e facendo tremare gli spiriti che subito tornarono quieti e gli uccelli tornarono ad appoggiarsi, perché la battaglia era vinta.

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