Templum Iustitiae
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 Oggetto del messaggio: La caduta di Palanthas
MessaggioInviato: 13/04/2008, 16:08 
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(Autore originale: KeldonElessar)

La sentinella corse a perdifiato, trafelata, sudata, ma sempre elegente e aggraziata
- Ci attaccano! Mio Signore ci attaccano!!!

Il sovrano dei Vukifar Keldon stava assistendo personalmente ad un addestramento di arceri in quel momento, con calma, ma determinazione si volse ad osservare la staffetta che era giunta pocanzi
-Calma soldato, chi ci attacca?

Alle parole del suo Signore il soldato si arrestò un attimo, prese fiato e calmandosi aggiunse:

- Orchi mio signore, a migliaia, sono organizzati e hanno strumenti d'assedio; portano i colori blasfemi di Revolver.

-Revolver...

Pronunciando quel nome keldon si accigliò
-Sapevo sarebbe giunto, i nostri regni hanno trascorsi cruenti, sapevo che avrebbe preteso la vendetta... ma speravo giungesse a Nippur, non qui... Caleb! Avvicinatevi! di quale contingente disponiamo?

Caleb, consigliere e fidato eroe Vukifar si avvicinò a Keldon
-disponiamo di un discreto contingente mio Signore, abbiamo quasi 1400 soldati e più di 200 arceri, e per di più il guardiano della foresta è fermo e determinato a proteggerci! contro chi dobbiamo difenderci mio Signore?

-Orchi...

- e quanti sono?
keldon fece cenno alla staffetta di parlare

-Sono circa 2500 tra fanti e lanceri e in più ho contato almeno 18 unità da assedio con ariete.

Il colore della pelle dei Vukifar, elfi nati e cresciuti in prossimità di vulcani, è rosso porpora intenso... in quel momento il viso di Caleb assomigliava a quello di un Noldor, pallido e smunto

- d...duemilacinquecento orchi?- trasalì Caleb con un fremito nella voce- ma mio Signore è un esercito ENORME! non possiamo competere!
-No, non possiamo.
Keldon rimase in silenzio per qualche interminabile istante, poi aggiunse:
-ma li incontreremo in battaglia nonostante tutto! Non lasceremo questa città che tutti noi abbiamo costruito con tanta fatica e impegno! Non senza combattere! Siamo Vukifar, siamo guerrieri, la lava scorre nelle nostre vene! e non cederemo, non ci arrenderemo al nemico! Caleb, prepara il tuo Ippogrifo e vola a Nippur! Richiama tutte le truppe volant che riesci e torna qui più in fretta che puoi. Mi occuperò personalmente di organizzare la difesa!

-Ma Signore, voi dovete mettervi in salvo!
-SILENZIO! I miei ordini non si discutono, e poi non si dica mai che Keldon abbandona il proprio popolo per mettersi in salvo! No MAI! e ora vai! che le ali della fenice ti conducano ad approdi sicuri, ti conducano a Nippur.

---

-Mio Signore! è stato avvistato l'esercito di orchi!sono a circa 3000 passi da qui! e Caleb ancora non si vede!
La vedetta con apprensione aspettò gli ordini del suo Signore

Keldon guardò l'esercito che aveva di fronte: giovani ragazzi volenterosi e orgogliosi, pronti a morire per lui, pronti a morire per la gloria della razza Vukifar, pronti a versare sangue per la sacra alleanza con il Templum Iustitie.
-Caleb verrà, non temere e noi faremo rimpiangere a quegli orchi di essersi spinti nelle nostre terre!



Il generale Vuhifar di nome Kjo si avvicinò a keldon e sommessamente disse:
-Mio Signore, non possiamo contenerli, moriremo tutti!

Fuoco, il fuoco si vide letteralmente divampare negli occhi di keldon
- La fine dite? BENE! SE QUESTA DEVE ESSERE LA FINE, IO FARò IN MODO CHE SIA UNA GRANDE FINE! CHE VENGA RICORDATA!

Keldon salì in piedi sulle mura di legno e pietra lavica della città e disse a gran voce!

- SOLDATI! FRATELLI E FIGLI MIEI! IL NEMICO SI AVVICINA E PARE CHE LA NOSTRA SORTE SIA SEGNATA... MA IO VI ESORTO A ONORARE IL SANGUE CHE CORRE NELLE NOSTRE VENE! VI ESORTO A NON ARRENDERVI! SAREMO SALDI, UNO VICINO ALL'ALTRO, FIANCO A FIANCO, LA NOSTRA SORTE SARà QUELLA DEL NOSTRO POPOLO E NOI COMBATTEREMO FINO ALL'ULTIMA GOCCIA DI ENERGIA CHE SCORRERà IN NOI!
ELMI SARENNO ROTTI, SCUDI SARANNO FRANTUMATI! SARà UN GIORNO DI SPADE, UN GIORNO ROSSO, FINO ALLA FINE DI TUTTO IL MONDO!!!
COMBATTETE CON ME FIERI VUKIFAR! COMBATTETE CON ME!
PER PALANTHAS!
PER IL TEMPIO!
ORAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!

---

Un corno forte e aspro, il corno degli orchi che bussano alle porte di Palanthas si udì risuonare nella vallata, ma il morale era alto, il fuoco negli occhi di Keldon era ora presente negli occhi di ogni guerriero, di ogni arcere, di ogni ufficiale.
La fine era prossima e vicina, ma la fierezza Vukifar avrebbe fatto combattere tutti fino all'ultima goccia di sudore e sangue.

"AAAAAAAAARRGGGGHHHHHHH"
L'enorme e potente barrito del guardiano della foresta si levò maestoso: la bataglia era cominciata.
Subito gli arceri elfici scatenarono i loro famosi archi sulle batterie d'assedio per aiutare il guardiano nell'improbo compito di arginare le forze nemiche, ma gli orchi erano troppi...
Dopo interminabili minuti di feroce battaglia, un grido straziante si levò: il guardiano aveva ceduto.
Il tonfo fu terribile e le risa degli orchi dilaniavano le speranze e la fermezza dei Vukifar, ma essi erano comunque pronti.

Un altro corno, questa volta melodioso e potente, un corno che tutti conoscevano il cui suono riempì gli animi di rinnovata speranza e rinnovato ardore: il corno di Caleb!
come un tornado giunsero Roc e Ippogrifi e sulla groppa di ognuno di loro vi erano due arceri provenienti da Nippur, pronti ad unirsi alla battaglia; i volanti atterrarono per scaricare gli arceri e subito ripartirono nella volta del cielo sgombro di nuvole, il loro attacco sarebbe giunto dall'alto, in picchiata.
La battaglia infuriava, gli elfi si battevano con coraggio, ma gli orchi erano troppi:
le fiere legioni di Palanthas stavano cedendo sotto il peso delle orde furiose degli orchi.
Keldon era in mezzo alla mischia, sporco del sangue verdastro dei nemici misto al sangue vukifar che copioso sgorgava dalle molte ferite, combatteva con il coraggio di un leone indomito e con la furia di un orso ferito; vedeva i suoi ragazzi, che personalmente aveva addestrato cadere ad uno ad uno, la disfatta era ormai inevitabile, l'intervento di Caleb tardivo....
-NO!
Gridò keldon in mezzo alla mischia
-Io non cederò!

con un impeto immenso riprese a combattere con una veemenza innaturale, facendosi strada tra le file nemiche; in quel momento si sentì, un coro stridulo di versi innaturali: Caleb stava portando il suo attacco.

In due divisioni i Roc e i grifoni si abbatterono con tutta la furia possibile siìugli orchi: gli arigli penetrarono nelle carni straziandole, i becchi uncinati seminarono morte e distruzione tra le fila nemiche, la battaglia era vinta!



Keldon si fermò solo dopo aver abbattuto anche l'ultimo orco, si girò per festeggiare cn i propri ragazzi la vittoria, ma non c'era più nessuno in piedi.
I Roc e i Grifoni volavano ancora nel cielo alla ricerca di qualche orco superstite, Keldon appoggiò a terra la pesante ascia bipenne; aveva vinto, ma a quale prezzo? Con la morte nel cuore si incamminò tra i corpi, nella speranza di trovare qualcuno ancora vivo. niente. solo silenzio e morte. solo lo sbattere d'ali lontano delle sue truppe volanti. una carneficine, un'ecatombe.
un colpo di tosse strozzato in gola:
- Mio Signore!KOFF KOFF
Il generale Vukifar Kjo gaceva per terra, il suo corpo era martoriato dalle molte ferite
- mio signore, abbiamo vinto mio Signore, il nostro onore è salvo!

Lacrime spensero il fuoco negli occhi di keldon, lacrime sgorgavano copiose
-sì figliolo, abbiamo vinto. abbiamo vinto! Il nostro onore è salvo! la nostra gloria compiuta!
nella mano stringeva una mano che lentamente perdeva forza, negli occhi di Kjo c'era sereità e un sorriso tranquillo accompagnò l'ultimo alito di vita.
Caleb atterrò.
I suoi occhi sudati rivelavano il suo sconforto, la battaglia era vinta, l'onore salvo, ma di palanthas non rimaneva che un mucchio di alberi e grotte vulcaniche. Vuote.
-Mio Signore, ho avvistato un altro esercito giungere qui. elfi scuri.

Keldon non perse altro tempo, salutò la sua città colonia e mentalemente baciò tutti i suoi soldati.
-Andiamo Caleb, a nippur ci riorganizzeremo e torneremo per riprendere la città che ci appartiene!

keldon decollò alla volta di Nippur, aveva vinto una battaglia disperata, ma Palanthas per il momento era perduta.

_________________
Immagine

The very ground yielded to Mishra's wishes


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