Templum Iustitiae
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 Oggetto del messaggio: End of an Era
MessaggioInviato: 20/04/2008, 15:42 
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L'onnipresente
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Lunedì, 2 Luglio

L’alba incombeva ormai ma il Gran Consiglio non dava cenni di interrompere l’incontro. Urla, ingiurie e imprecazioni si erano udite in abbondanza per tutta la notte; ma ormai gli animi si erano calmati. Il dissenso era ancora forte, ma le liti si erano fatte più miti man mano che trascorrevano le ore. La servitù aveva finito di servire la cena molte ore addietro, tuttavia non cessava di portare vivande e alcolici al cospetto degli invitati nella grande sala.

- Sua Maestà. Lei deve comprendere la gravità della situazione. Non può rimanere in queste terre. I suoi nemici sono troppi ormai e le Sue Forze non possono fronteggiarli tutti. Soprattutto ora che sembra si stiano coalizzando.
- Non mi interessa! – tuonò Valek – non intendo abbandonare queste Terre.
- Ma non sarà per sempre. Solo fino a quando non si calmeranno le acque. E fino a quando il suo esercito non si sarà riformato.

Valek passeggiava nervosamente intorno alla tavola tormentando la mente nella speranza di prendere quell’agognata decisione. Sapeva benissimo che non poteva restare, ma non voleva ammetterlo. A quanto gli risultava Shinma era stato cacciato dalle terre marine di Pirates War, un altro segno dell’imminente disfatta. Arrestò improvvisamente il suo passo, si voltò verso la teca e impugno la fodera della spada. Fece scivolare lentamente le dita della mano destra lungo l’elsa intarsiata e di scatto sguainò la spada. I generali e i consiglieri lo fissavano trattenendo il respiro, non comprendevano il significato di quel gesto ma sapevano che Valek con in mano la sua amata spada era pericoloso, terribilmente pericoloso. Valek ricominciò a passeggiare intorno ai commensali, ma questa volta l’incedere era diverso: lento, costante, sicuro. Il Vampiro aveva in mente qualcosa, il suo volto traspirava collera e odio, ma verso chi?

- Non riesco a capire. La mia mente è confusa. Come ho potuto perdere tutto in così poco tempo, senza che me ne accorgessi? Le mie Terre erano sicure, i nemici pochi e deboli. Qualcuno li deve aver aiutati.

A quelle parole gelò il sangue a tutti i presenti in sala. Ora finalmente era tutto chiaro. L’incedere di Valek con la spada sguainata era il “processo del vampiro”, atto abitudinario che eseguiva ogniqualvolta era intenzionato a giustiziare un traditore. Si fermò. Del consiglio non si percepiva più la presenza; nessuno fiatava, nessuno respirava. Si sarebbe potuto percepire anche un battito di ciglio. Il Vampiro si era fermato alle spalle dell’emissario di Elitel, un piccolo regno indipendente che aveva assicurato fedeltà e fornito i suoi servigi al Maestro Oscuro. Lo sciagurato comprese, chinò il capo e si alzò. Non disse nulla, non un tentativo di scuse, non un cenno di pentimento. Si limitò ad inginocchiarsi di fronte a Valek che gli accarezzò il collo con la lama della spada. La testa rotolò ai piedi del vampiro. La raccolse. Osservava incredulo il volto impassibile del traditore, che nulla aveva fatto per giustificare il gesto malsano del suo imperatore.

- Elitel era colui che mi permetteva di mantenere i contatti con il resto del Mondo, visto che il mio regno è negli Inferi. Ora che ho perso la sua alleanza, non posso fare altro che ritirarmi nella speranza di trovar un nuovo modo per poter continuare a frequentare le terre degli umani. Ho deciso. Partirò.

La smobilitazione fu affrettata. Non erano necessari preparativi particolari. L’obbiettivo era far perdere le tracce di Valek e così fu fatto.

I nemici arrivarono numerosi. Distrussero tutto quello che poterono danneggiare. Depredarono e saccheggiarono. Al loro passaggio non rimase più nulla intatto. Pensavano di aver scacciato il Maestro Oscuro dei Templum Iustitiae, antico veterano degli Imperium Invictus. E festeggiarono. Bevvero e mangiarono tutte le scorte di Valek, brindarono alla sua salute e morirono. Così, senza un motivo apparente. Nessuno capì cosa li uccise. All’arrivo dei generali e degli Imperatori nemici si presentò uno spettacolo raccapricciante: gran parte dei guerrieri giacevano al suolo con le carni putrefatte e con i volti deturpati dal dolore. Capirono che Valek non era morto, che non era stato sconfitto. Si era semplicemente dileguato. Si era arreso. Ma nella ritirata era comunque riuscito a lasciare una scia di cadaveri alle sue spalle.

- Prima o poi ci vendicheremo. Tornerai. Siamo sicuri che tornerai. Tu odi perdere, e ti danno fastidio gli affronti. Ma al tuo ritorno troverai chi saprà combatterti. Noi aspetteremo pazienti il tuo ritorno. Attenderemo con ansia il momento opportuno per fronteggiarti nuovamente e sconfiggerti definitivamente.

….

Domenica 26 Agosto

- Valek. Siamo finalmente giunti.
- Bene – disse Valek, seduto nella carrozza – Si dia inizio alle danze!

(continua…. forse)

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