Templum Iustitiae
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 Oggetto del messaggio: Templum Iustitiae, Background Gilda
MessaggioInviato: 14/02/2008, 12:02 
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La guerra era appena iniziata.

I messaggeri andavano e venivano dal Paese di Dominaria. Ogni tipo di messaggio era atteso quella sera, ma mai l'imperatore Mishra si sarebbe aspettato di riceverne uno di quel tipo.

Nel lungo corridoio che conduceva alla sala principale del castello, rumori di passi frenetici davano l'avviso che quello che il giovane Harbin, figlio del generale Urza, portasse non erano nè il rapporto di una battaglia nè informazioni sui nemici.
Quando Harbin entrò, vide intorno ad un tavolo, sul quale erano disseminate mappe un pò ovunque, l'imperatore Mishra, suo padre Urza e due guardie imperiali. Urza disse: "Quali notizie porti?", ma suo figlio non disse nulla e consegnò il messaggio direttamente all'imperatore. Mishra il quale lo lesse con attenzione e dopo qualche secondo di silenzio disse: "Urza, richiama tutte le truppe dalle missioni, da oggi non esibiremo più alcun stendardo se non quello del Paese di Dominaria. Gli Imperium Invictus non esistono più!".
Urza capì subito che quella sarebbe stata una lunga notte.

Quando Mishra fu solo si avvicinò alla finestra e fissò lo sguardo su luci lontane di focolai appiccati. I suoi pensieri si persero nel vetro della finestra, fino a quando vide, in un riflesso, una figura nell'ombra della stanza. Si girò di scatto, portò la mano all'elsa della spada e disse: "Chi sei? avvicinati o farò conoscere alla mia lama il sapore della tua carne". Ma la figura rimase nell'ombra.
Mishra sentì una voce calda giungere direttamente alla sua mente: "Imperatore è giunto il momento... Nobile Mishra non avere paura di me... nella mia mano porto il tuo destino e forse quello di tanti altri";
Mishra intimò: "Fatti vedere!".
La figura si avvicinò alla luce, ma l'uomo, o quello che poteva sembrare un uomo, era avvolto da un mantello color notte. Mishra continuò dicendo: "Cosa vuoi? Come ti sei introdotto qui?". La figura non si mosse, ma la voce continuò: "Imperatore Mishra è giunto il momento...", l'uomo alzò un braccio la cui mano teneva una pergamena avvolta in rotolo. Mishra la prese, la aprì e vide degli strani segni. Quando alzò lo sguardo non vide più nessuno, pensò di essere stanco e di aver sognato, ma stringeva ancora la pergamena tra le mani. Subito dopo sentì bussare alla porta, erano Urza e suo figlio. Mishra gli disse di entrare ed,una volta dentro, dopo che Harbin richiuse la pesante porta su ordine dell'imperatore, i due udirono la strana vicenda ed alla fine gli fu mostrato il rotolo. Le strane scritte non ricordavano nulla di conosciuto finchè Harbin disse."Ho già visto simili simboli, in un mio viaggio in un paese di nome Otaria il cui signore è un alchimista che prende il nome di...



Chainer passò tutta la notte rinchiuso nel suo laboratorio. Gli ultimi avvenimenti avevano scosso il suo animo, strani segni erano quelli di un futuro a lui sconosciuto, ma quanto mai saturo di cambiamenti. Aveva passato le ultime quattro ore a studiare antichi testi della sua famiglia. Lì vi era la conoscienza e la sapienza di molte dinastie dei discendenti di Aphetto e tra quelle pagine si potevano trovare legende che parlavano di tempi ormai lontani, segni di un presente inaspettato e riflessi di un futuro incerto. Una frase fra tutte risuonava costantemente nella sua testa: "Quando i cinque scarabei faranno si che la grande aquila smetta di cibarsi, la giustizia sorgerà con alla destra la spada ed alla sua sinistra la bilancia, per misurare le iniquità e cancellare le ingiustizie".

Balthor irruppe nel laboratorio: "Sire Le chiedo scusa, ma tre uomini a cavallo stanno per arrivare, credo sia meglio che lei venga aa vedere!". Chainer alzò lo sguardo e fissò negli occhi il suo generale, nonchè amico, dopodichè disse: "Balthor il fato è venuto a bussare alle nostre porte, andiamo ad accoglierlo".

I due andarono alla porta principale e lì videro tre uomini venire da est, mentre il sole sorgeva alle loro spalle proiettandone le ombre lungo la strada. Quando furono in prossimità dell'ingresso della città scesero da cavallo in segno di rispetto e procedettero a piedi. Quando i tre furono dinnanzi a Chainer e Balthor l'uomo nel mezzo parlò e disse: "Sire Chainer, non è mia usanza intraprendere tali viaggi, ma le circostanze mi hanno spinto a tanto. Io sono l'imperatore di Dominaria e Mishra è il mio nome, alla mia destra vi è il potente Urza generale del mio esercito e questo alla mia sinistra è suo figlio Harbin, benchè sia solo un giovane, la sua saggezza è conosciuta in tutto il mio impero. Proprio egli mi ha spinto a venire qui di persona ed ora...".
Ma Chainer lo interruppe, fece cenno alle sue guardie di prendere i cavalli e poi disse: "Nobile Mishra, attendevo il destino ed ora Voi siete qui, seguitemi, poichè non abbiamo più molto tempo".

I cinque si incamminarono e giunsero nello studio del signore di Otaria, lì Mishra spiegò quanto accaduto e consegnò il rotolo ricevuto dalla misteriosa figura. Chainer prese il rotolo, lo aprì, lo osservò attentamente. I quattro restarono in silenzio mentre l'alchimista si muoveva tra gli scaffali delle librerie in pesante legno finemente impreziositi da numerosi bassorilievi. Ora prendeva un libro, ora sfogliava una pergamena, ora consultava una mappa. Dopo circa un'ora di questa strana danza Chainer si sedette nella sua sedia di pelle nera. Egli aveva lo sguardo di chi avesse atteso quel giorno per anni. Alla fine disse: "Sire Mishra, Voi non siete giunto qui per caso, ma per conoscere la strada che dovrete intraprendere. I simboli del rotolo che mi avete consegnato appartengono alla lingua primitiva, la cosidetta "Heftemish" ovvero la madre di tutte le lingue. Il fondatore della mia casa, Aphetto il Mistico, cercò di mantenere il ricordo di questa lingua nella sua simbologia alchemica, ecco perchè Harbin vi ha condotto qui, poichè in questi luoghi egli ha visto alcuni di questi simboli oggi dimenticati". I quattro ascoltavano in silenzio, mentre nel loro sguardo si dipingeva la paura che assale ogni ragazzo quando si rende conto che diventa uomo. Chainer continuò : "In questa pergamena vi sono due riferimenti, le coordinate di un luogo e una data con un'ora ben precisa, che devo ancora decifrare, poichè anche per me si tratta di una lingua che non viene più parlata da migliaia di anni. E in quel luogo che conosceremo il Vostro destino sire Mishra e forse quello di tutti noi. Riposiamoci dunque, poichè ci attende un lungo viaggio".

I quattro lasciarono Chainer nello studio con lo sguardo fisso sulla pergamena. Mishra, Urza e Harbin furono condotti da Balthor in lussuose stanze, preparate affinchè riprendessero le forze. Dopo essersi congedato, corse ad organizzare tutto per la loro imminente partenza, poichè sapeva che il suo Signore avrebbe presto decifrato la pergamena ed in quel momento tutto doveva essere pronto.

Chainer non si mosse dal suo studio per più di trenta ore, senza mai fermarsi cercò di decifrare i simboli, impresa assai ardua anche per lui.Verso le 15 del giorno dopo egli usci velocemente dalla stanza e chiamò Balthor, il quale lo raggiunse subito e senza fare parlare il suo sire disse:"Signore è già tutto pronto". Chainer non si stupì di questo, ma sorrise ed i due si capirono subito.

Solo Mishra, Chainer, Balthor, Urza e Harbin partirono dalla città di Otaria, ma nessuno lo sapeva, poichè non era saggio mettere a conoscenza del fatto che due Paesi, in quel momento storico particolare, si trovassero senza i loro Signori.

Cavalcarono tutto il giorno e metà della notte, quando finalmente giunserò nel luogo indicato. Ai loro occhi apparvero le rovine di un tempio. Giunti al suo ingresso notarono uno strano simbolo sull'architrave che sormontava le due colonne dell'ingresso. Sembrava rappresentare la libra, ma vi era qualcosa di più. Entrarono nel tempio ed una voce calda giunse alla loro mente. Mishra la riconobbe, era la stessa che gli parlò qualche giorno prima. La voce disse: "Benvenuti... non abbiate timore... oggi si compie il destino... entrate...". I cinque proseguirono lungo il tempio e una volta giunti a metà di esso la luce della luna li avvolse e videro ergersi dall'altare una figura avvolta in un manto d'ombra. La voce continuò:"Io sono l'ultimo guardiano, colui che aveva il compito di tramandare il vero. Ora tu Mishra prenderai posto nella storia, seguito da loro quattro, Chainer la conoscenza, Urza la forza, Harbin la saggezza e Balthor il coraggio. Ora tutto ti sarà chiaro". La figura sull'altare tolse il manto, ed una luce inondò il tempio, come se tutta la luce del sole e di tutte le stelle dell'universo si fossero concentrate in quel luogo. Gli occhi dei cinque non riuscirono a sopportare tale intensità e ne furono storditi. Allora videro la storia di altri tempi, di quando un gruppo di uomini reggevano la giustizia e ne promulgavano i decreti. Questi erano riconosciuti come i più saggi e valorosi, ma non appartenevano al potere, poichè la giustizia non ha nè padrone nè schiavi, ma guidava i loro passi permettendogli di camminare sempre nella luce. Ma accadde qualcosa, il mondo riuscì a raggiungere la stabilità grazie ad una forte e saggia casata e quindi il mondo non aveva più bisogno di alcun guardiano.

I cinque si ripresero e la voce continuò: "Io, l'ultimo guardiano affido a te, nobile Mishra il compito di riedificare questo tempio, il tempio della giustizia. E da oggi sarai chiamato Mishra il Signore del Tempio. Ti dono quindi i sette rotoli della giustizia, essi ti guideranno nel tuo cammino. Quando i loro sigili si scioglieranno vorrà dire che sarai pronto. Accresci il tuo spirito e loro ti guideranno... Chainer, tu dovrai aiutare Mishra ad interpretare i segni che il tempo vi lascerà... e voi tutti che ascoltate sappiate che la giustizia guiderà il vostro cammino". La luce del guardiano si affievolì fino a sparire del tutto e sull'altare comparvero i sette rotoli. Mishra si avvicinò ad essi e subito il primo sigillo si aprì. Mishra lesse il rotolo e si stupì del fatto che ora riuscisse a leggere quella scrittura, come se l'avesse sempre saputo fare. All'interno del primo rotolo vi era scritto: "Giunsero dal lontano oriente per comprarla, ma Ella non era in vendita. Giunsero dal freddo nord per toccarla, ma Ella non poteva essere vista. Giunsero dal leggendario occidente per imitarla, ma Ella li smascherò. Giunsero dal misterioso sud per ucciderla, ma Ella era immortale. Era di tutti loro, ma loro non lo sapevano. Solo colui che la conosce deve portarla nelle vite degli altri e deve far si che gli altri siano tanti e che i tanti siano una moltitudine. Questo è il compito di chi vuole conoscere Lei". Dopo aver finito di leggere il primo rotolo Mishra tentò di aprire gli altri, ma gli risultò impossibile. Allora prese i sette rotoli e si diresse verso l'uscita. Gli altri lo raggiunsero.

I cinque uscirono sereni dal tempio ed una volta intrapresa la via del ritorno Mishra disse ad Urza: "Da oggi mostreremo un nuovo stendardo... i Templum Iustitiae esistono nuovamente".

La luce del giorno illuminava il cammino...

_________________
Immagine

The very ground yielded to Mishra's wishes


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