che dire chainer hai ragione su tutto, da premettere che non conosco cosi affondo il fumetto come il nostro chainer, ma mi aspettavo qualcosa di diverso dal film,cosa che difficilmente capita(ovvero che il film rispecchi il fumetto o libro da cui è ispirato)
ecco cosa ho trovato sul web
Cita:
E’ arrivato nelle sale italiane il film tratto da Dylan Dog, il famoso fumetto edito in Italia da Sergio Bonelli.
Dell’aspetto cinematografico lascio ampiamente la parola ai cugini di cineblog che ne hanno parlato in questa recensione, mi vorrei soffermare sull’aspetto che più interessa i lettori di comicsblog, ovvero quello fumettistico.
Come dire? Da dove iniziare? Beh, con la versione su carta c’entra come il cavolo a merenda. Dove è ambientato? Ma a New Orleans, patria del Vodoo, mica a Londra. Che macchina ha? Il maggiolone, forse però a furia di non lavarlo da bianco è diventato nero.
Groucho? Compare solo in una foto e non si sa se sia lui o uno vestito da Groucho Marx. Vi ricordate quando l’ispettore Bloch lo chiama “Old Boy”? Beh, è magicamente cresciuto ed è diventato “Old Man”. Da non sottovalutare poi la fisicità del protagonista. Nel fumetto Dylan un po’ mingherlino, emaciato; nel film è un bestione steroidato con tanta voglia di menare. Ricordate la scena in cui Neo e Trinity entrano nel palazzo per salvare Morpheus (sto parlando di Matrix)? Ecco è identica nel film! E poi da quando in qua Dylan è stato custode dell’equilibrio tra i viventi e i non viventi?
Ma oltre che ai dettagli, il film è fallace anche a livello di sceneggiatura. Dylan Dog è spesso un modo per discutere del mondo reale, sfruttando le metafore dei mostri e dei freak. Il film invece è un incrocio tra Buffy e Underworld con licantropi buoni e vampiri cattivi. E’ un peccato che non ci sia stata la supervisione della Bonelli, spero in alti incassi negli USA così si possa realizzare un miglior Dylan Dog 2 e rendere felici tutti i fan italiani dell’indagatore dell’incubo.